foto blog

foto blog

foto blog

foto blog

foto blog

foto blog

foto blog

foto blog

foto blog

foto blog

foto blog

Moda e coronavirus: un binomio insolito ma essenziale

Da Armani a Gucci, da Prada a Bulgari e con loro molti altri ancora: le aziende di moda italiane si mobilitano contro il coronavirus.

 

“La moda non si ferma”. Con queste parole vi abbiamo lasciato nel nostro ultimo articolo e proprio con esse vogliamo ripartire. Ci piace pensare alla moda come a un pilota che spinge il piede sull’acceleratore senza mai fermarsi, ma semplicemente cambiando destinazione. Se la moda è prodotto, stile e arricchimento estetico, da ora in avanti la vedremo anche come un sistema fondamentale per il nostro paese per combattere, quello che possiamo definire, uno dei nemici più difficili da annientare.

 

Molte delle grandi maison italiane hanno messo in atto iniziative di solidarietà per il nostro sistema sanitario. Da Giorgio Armani a Prada, da Gucci a Bulgari, tutti per un unico obiettivo: unirsi per il paese per uscirne più forti.

 

A dare il via alle numerose iniziative che stanno aiutando il nostro Paese, c’è lui, il re della moda italiana: Giorgio Armani. Il primo a sfilare a porte chiuse durante la settimana della moda di Milano, il primo a donare 250 mila euro per la ricerca contro il coronavirus e a chiudere punti vendita, ristoranti e hotel. Numerosi stilisti seguono la sua scia dando il via a una vera e propria catena di solidarietà. Tantissimi brand hanno messo in atto iniziative benefiche e importanti donazioni per ospedali e ricerche. Nonostante l’ingente perdita economica che il mondo del fashion sta accusando per il coronavirus, molti stilisti si sono esposti personalmente, soprattutto a livello economico, fronteggiando la situazione.

 

“Gli abiti e i tallieur non sono più necessari ma le mascherine sì!”. Con questa idea comune più di 180 case di moda hanno unito le forze per garantire la produzione di circa 2 milioni di mascherine.

Bulgari arriva a rinforzare la produzione del gel igienizzante, mettendo a disposizione le sue case produttive per la realizzazione di 6mila flaconi di gel igienizzante al giorno. Gucci ha risposto all’appello della Toscana per la realizzazione di un milione di mascherine e 55.000 paia di tute mediche. Anche Prada si unisce a Gucci in sostegno della Toscana, con una produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine da destinare al personale sanitario, prodotte interamente nello stabilimento del gruppo Prada, rimasto aperto unicamente a questo scopo.

 

Con le case di moda italiane come esempio, centinaia di brand in tutto il mondo si sono uniti alla catena solidale dando vita a una vera macchina collettiva. L’obiettivo è uno solo: unire le forze e combattere il nemico, per uscirne forti e insieme.

 

“Moda e coronavirus” un binomio insolito ma senza dubbio essenziale

 

#LAMODANONSIFERMA

Share: